venerdì 14 settembre 2012

Big donna-mburger sumo #2



Proseguo con le storie assurde!!! Ormai c'ho preso la mano! :P

Big donna-mburger sumo #2


Dietro alle montagne si vedevano le prime luci del mattino, aveva camminato tutta notte e adesso era stanca, stremata,



ma non voleva fermarsi prima di aver raggiunto il nuovo paese.

Aveva bisogno di sedersi, mangiare e bere, farsi una doccia e dormire su un comodo letto.

Mentre, passo dopo passo, proseguiva, l’incantevole bellezza dell’alba, le ricordarono i magnifici occhi di suo figlio, luminosi, splendenti. Aveva una voglia matta di stringerlo forte al suo cuore… il suo piccolo cucciolo!

Aveva anche un’altra nostalgia… la nostalgia di quelle notti con lui… erano passati mesi dall’ultima volta che aveva sentito di essere donna, dall’ultima volta che si era lasciata andare per raggiungere emozioni paradisiache, avvolta da un orgasmo assoluto, completo, da far perdere il controllo di ogni cellula. Uno di quei momenti in cui piacere e dolore diventano un tutt’uno…

- Ehi spostati!


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Persa nei suoi pensieri, non si era accorta di essere arrivata!

Un uomo in carrozza stava per travolgerla. Si spostò giusto in tempo, cadendo per terra e ritrovandosi nella cruda realtà! Ma aveva fatto una scelta e la voleva portare fino in fondo!

“La determinazione di uno può far la differenza di molti”… questo era il suo obiettivo!

Mentre cercava di alzarsi, un odore nauseante la colpì. Era diverso dagli altri posti dove era stata! Un misto di carne, fritto e salse piccanti… Li vicino, una taverna, proprio quello che sperava di trovare.

Si diresse verso l’ingresso, ma entrando, si rese conto che forse non avrebbe trovato ciò che voleva… poco importava, le bastava un bicchiere d’acqua calda, alla tisana ci avrebbe pensato lei.

Facendosi largo tra i clienti, le sembrava più un sexy-pub… uomini con la bava alla bocca e donne in topless col grasso che sbordava da tutte le parti… la loro attrazione però non era il sesso! No! Erano dei grossi panini multi-strato, carichi di hamburger e salse di tutti i generi. Vedeva le loro bocche fameliche aprirsi lentamente e azzannare quei panini saturi in maniera quasi libidinosa…

Si avvicinò al banco: – Una tazza di acqua calda, per cortesia!

L’oste la guardò incredulo, quasi avesse chiesto qualcosa d’illegale! Improvvisamente, sentì gli sguardi addosso a lei, tutti smisero di mangiare, uscirono da quella specie di trans lussurioso causato dal cibo.

- Oste… la signorina ha chiesto dell’acqua calda ahahahahah cosa aspetti?

Una donna bassa e rotonda, dai lunghi capelli biondi, col seno scoperto che ballonzolava da tutte le parti, si fece avanti.

L’oste senza farselo ripetere una seconda volta preparò l’acqua, ma prima che M potesse prendere la tazza, la donna allungò la mano, prese l’acqua è gliela scagliò contro. M fece giusto in tempo a schivarla evitando un’ustione sicura… Non capiva!

- Sei svelta stuzzicadenti!… ma vedi di andar via, non vogliamo estranei qui!

- E se non lo facessi?

Non aveva finito di porre la domanda… un grosso pugno stava per arrivargli dritto in faccia, fortuna voleva che la donna faceva fatica a muoversi!

Possibile? Si ricominciava!

Anche questa volta la donna non aveva buone intenzioni! Nonostante bassa, la sua enorme mole la rendeva inquietante, mentre la sua nudità, era abbastanza ridicola, specie in quel frangente…

- Ma chi sei? Cosa vuoi? chiese  M

- Ahahahaha, piccolo stuzzicadenti io sono Piccola Jo e, ti ripeto, qui non vogliamo estranei!

“Che coraggio farsi chiamare piccola! Sarà per la sua altezza”, pensò M. Però, in questo lungo periodo, aveva capito una cosa, che la rabbia racchiusa in queste persone era causata dalla paura di non essere accettate per quello che sono, dalla mancanza di amore e rispetto da parte degli altri che, per le loro condizioni, aprono bocca solo per deriderli, per denigrarli. Ecco perché negli scontri precedenti, coccole e latte avevano fatto effetto, ma adesso, di fronte a Piccola Jo, amante di hamburger, patatine fritte e salse, il latte non sarebbe servito a niente.

Si guardò intorno e notò che nella tazza era rimasta dell’acqua calda, dal suo zaino prese una tisana dalle grandi proprietà diuretiche (avrebbe fatto bene a Piccola Jo, smaltire un po’ di radicali liberi con un la plin plin!). Ne preparò una tisana molto concentrata e, grazie alla sua agilità, ormai nota, riuscì a farla bere a Piccola Jo.

Non passò molto tempo, gli effetti iniziarono a farsi vedere.

Piccola Jo, sgranò gli occhi, la voglia irrefrenabile di correre in bagno, la pancia che andava in subbuglio, l’enorme massa che fremeva, brividi di freddo, sudore….

Cercando di muoversi più velocemente possibile, Piccola Jo corse in bagno. M la guardò e ebbe compassione di lei – Povera Piccola! Pensò.

Poteva benissimo scappare, ma non se la sentì di abbandonare Piccola Jo, il suo compito non era ancora finito.

La seguì – Che vuoi? Va via! Piccola Jo piangeva…

- Non voglio lasciarti! So che ti senti sola, so che pensi che io sia contro di te solo perché non sei come me, ma non è così! Hai bisogno di aiuto…

Piccola Jo, la guardava incredula, i suoi occhi erano diventati dolcissimi, M aveva colpito nel segno. – Io voglio aiutarti, se tu me lo concedi!

- Perché lo fai? Che vantaggio ne ottieni?

- IO? Nessuno! Ma per te può essere la differenza!

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